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Film

Nouvelle Vague

Elisa

Nella storia del cinema ci sono tante meraviglie e una di queste è la Nouvelle Vague, movimento cinematografico francese degli anni Sessanta in cui emergono diversi registi tra cui Godard e Truffaut.

Come diceva lo stesso Godard, il loro obiettivo era cogliere “lo splendore del vero”, cercando di ritrarre la realtà così com’era, con le sue contraddizioni e i suoi tempi morti. Ricordo un piano sequenza lunghissimo in A bout de souffle in cui i due protagonisti non fanno altro che parlare e punzecchiarsi per mezz’ora in una camera d’albergo. E la narrazione sembra andare avanti e fermarsi allo stesso tempo. Meraviglioso. Echi di questa costruzione della scena si trovano anche nel cinema di oggi, basti pensare alla trilogia dei Before di Linklater.

Uno dei tratti più interessanti della Nouvelle Vague è l’idea di rendere il regista anche autore della pellicola. Si crea quindi quella che viene definita la politica degli autori, in cui chi scrive e dirige il film è più importante del film stesso. Questo gruppo di giovani artisti si contrapponeva in quegli anni al cosiddetto cinema di qualità, ribaltando le sue regole e creando innovazioni non solo dal punto di vista contenutistico ma anche tecnico (ad esempio con l’utilizzo di lunghi piani sequenza e anche di jump-cut nello stesso film).

In particolare vi consiglio di vedere: I quattrocento colpi, Jules e Jim, Hiroshima mon amour, A bout de souffle, Ascensore per il patibolo.

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