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Ma Rainey’s Black Bottom – e recap di gennaio

Elisa

« Tu non canti per stare meglio, tu canti perché in questo modo comprendi la vita. Il blues ti aiuta ad alzarti dal letto la mattina, ti alzi e sai di non essere solo. C’è qualcos’altro nel mondo, una cosa in più, aggiunta da quella canzone »

Ma Rainey’s Black Bottom si basa sull’opera teatrale di August Wilson ed è un omaggio non solo alla madre del Blues ma anche a ciò che questa musica rappresenta, al suo significato sociale oltre che artistico. Per quanto Viola Davis sia straordinaria, la stella qui è Chadwick Boseman.

I miei preferiti del mese sono quelli di cui vi ho già parlato nei giorni scorsi: Pieces of a woman e Deux moi. Poi, in ordine sparso:

Les Misérables
Crudo, reale, carico di tensione dalla prima all’ultima inquadratura. È una bella botta.

Le verità
Catherine Deneuve e Juliette Binoche interpretano madre e figlia in un film in cui i sentimenti più difficili da esprimere vengono fuori. Confronti serrati, emozioni dimesse. La regia è del bravissimo Hirokazu Kore-eda.

L’illusionista
Disegni in cui perdersi e assenza di parole. Un racconto animato che appartiene a un tempo lontano e che, nella sua peculiare delicatezza, regala qualcosa di unico. La sceneggiatura originale è di Jacques Tati.

Linklater // On Cinema & Time
Un breve video diretto da Kogonada che in neanche dieci minuti cattura la poetica di Richard Linklater e l’essenza della trilogia dei Before. Emozionante.

Tra gli altri ho apprezzato anche The dig, The Sunset Limited, Motherless Brooklyn, Odio l’estate e il documentario My octopus teacher.

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