Cortomiraggi

Miniserie

Looking for Alaska

Elisa

Ho finito Looking for Alaska, la miniserie creata da Josh Schwartz e basata sul romanzo d’esordio di John Green. Il libro, uscito nel 2005, fu un enorme successo tra i giovani e diede il via alla carriera di uno degli autori attualmente più famosi nel suo genere. Sono suoi anche Colpa delle stelle e Città di carta.

Looking for Alaska è un teen drama sobrio e emozionante, senza fronzoli, caratterizzato da personaggi curiosi e ben definiti. Miles, Alaska, Chip “Il Colonnello” e Takumi non sono solo amici, sono alleati. I misteri che compongono le loro vite sono diversi e a volte incredibilmente complessi, ma il loro legame è in qualche modo più forte della loro individualità – che comunque non si annulla mai. Sono uniti e fragili, motivati e dubbiosi, sono adolescenti pieni di domande a cui neanche i grandi sanno rispondere. Ma come dice il Dr. Hyde sono proprio quelle le domande che vale la pena farsi.

Si parla quindi di innocenza perduta, di illusioni che si frantumano, di sofferenze sottopelle. Tutti temi noti e snocciolati in mille modi, ma vivi. Qui lo stile è lontano dagli eccessi di Euphoria o dall’ilarità di Sex Education, ma è molto più vicino ai toni di Una mamma per amica e The O.C., ai telefilm visti il pomeriggio in TV e a tutto l’universo che comportano. Essendo uscita oggi infatti, e non nel 2005, Looking for Alaska fa della nostalgia il cuore di ogni cosa, sembra quasi rivolgersi a chi è cresciuto con le serie dei primi anni duemila dicendo: “Questi fotogrammi, questi ricordi, sono anche tuoi.”

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