Cortomiraggi

Serie TV

The Midnight Gospel

Elisa

La nuova serie animata di Netflix si avvale della creatività di Pendleton Warddi (Adventure Time) e di una sceneggiatura basata sulle puntate del podcast Duncan Trussell Family Hour. Il risultato è un caotico e attraente insieme di psichedelici spunti di riflessione.

L’approccio con The Midnight Gospel è straniante. Clancy è uno spacecaster che, grazie a un simulatore, esplora mondi diversi per intervistare i loro abitanti e cercare di rispondere alle più importanti domande sulla vita. Fitti dialoghi su filosofia e spiritualità vengono inseriti in universi fatti di colori sgargianti e fantasiosi, in cui i personaggi cambiano forma e dimensione rafforzando un’idea di fondo che si basa su un eterno divenire. A volte si assiste a una narrazione che procede su due livelli (le immagini dicono una cosa e le parole un’altra) che costringe lo spettatore a concentrarsi in modo insolito ma anche ad abbandonarsi alla visione senza sforzarsi di capire ogni passaggio. L’uso dell’ironia infatti tende continuamente a smorzare i toni, ricordando quanto sia importante ragionare su temi alti senza prendersi troppo sul serio.

Il modo in cui si sviluppano gli episodi allude a ciò che accade durante la meditazione. Inizialmente il ritmo è frenetico e i concetti si accavallano proprio come i pensieri di chi ha appena iniziato a meditare. Questa burrascosa tempesta mentale si placa solo con la pratica, che nella serie equivale allo scorrere degli episodi. Ed è per questo che nel finale troviamo una calma e una chiarezza esplicativa prima impensabile. La struttura inoltre coincide perfettamente col contenuto, perché le associazioni mentali e spontanee che affiorano durante la visione assomigliano moltissimo a quelle che si formano nella testa di chi sta meditando.

Guardando The Midnight Gospel mi sono sentita sprofondare in un flusso di coscienza senza freni, bombardata da una serie infinita di stimoli sul momento inafferrabili. Solo dopo qualche ora, o qualche giorno, la mia memoria decideva di portarne a galla alcuni, quelli che evidentemente avevano trovato un appiglio dentro di me e potevano agganciarsi a pensieri già avuti. Non mi stupirei se a una seconda visione la mia mente prendesse altre direzioni, scovando vecchi ricordi e nuove strade da esplorare.

Tags:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *