L’audacia infatti che fuoriesce da questo folle racconto mi è sembrata quella della produzione, quella di un gruppo di persone che nel cinema italiano ci credono davvero. E si buttano, inciampano, si rialzano, inciampano ancora. L’incredibile storia dell’Isola delle Rose mi è piaciuto tanto, anche e forse soprattutto per le sue imperfezioni. Quindi godiamoci la bellezza che emana, sosteniamola. Perché c’è.
Ogni volta che mi approccio a un film sceneggiato da Aaron Sorkin so che a grandi linee troverò due cose: una storia tra verità e finzione raccontata con meticolosità e un cast in grado di sorreggerla. Negli anni è riuscito a attirarmi parlando di poker, di sport, di comunicazione e adesso, portando sullo schermo uno dei processi più famosi di sempre, è riuscito anche a farmi commuovere. Perchè Il processo ai Chicago 7 non è solo un racconto ben congegnato e interpretato, è una presa di posizione.
Solo quando si è liberata dalla sensazione di non essere mai all’altezza di niente è riuscita a emergere davvero, e queste immagini lo dimostrano. Si vede da come si sistema i capelli, dalle sue spalle, dal modo in cui non trattiene la sua emotività. In lei dentro e fuori sembrano finalmente coincidere e non hanno più motivo di scontrarsi. È questa la Lady Gaga che mi piace, quella che non si nasconde.
Rocketman è un biopic che fa dell’eccentricità la sua forza, sia nella scelta di atmosfere e costumi che nel contenuto. Anche se la ricostruzione della storia si muove tra fantasia e realtà, l’essenza di Elton John non si perde mai e anzi forse viene esaltata proprio grazie ai momenti più surreali.
La struttura di Unbelievable è molto solida e limpida, è articolata come un grande fatto di cronaca che raramente lascia spazio all’emotività dei personaggi. Non è coinvolgente, è inequivocabile. Questo modo quasi distaccato di rivelare storie così intime è in realtà una scelta efficace, perché permette di guardare oltre i casi particolari. Ciò di cui parla, ciò che denuncia, purtroppo è molto più grande di ciò che racconta.