La struttura di Unbelievable è molto solida e limpida, è articolata come un grande fatto di cronaca che raramente lascia spazio all’emotività dei personaggi. Non è coinvolgente, è inequivocabile. Questo modo quasi distaccato di rivelare storie così intime è in realtà una scelta efficace, perché permette di guardare oltre i casi particolari. Ciò di cui parla, ciò che denuncia, purtroppo è molto più grande di ciò che racconta.
In Mindhunter c’è una calma apparente che stride con la brutalità della trama, una narrazione lenta in contrasto con la follia omicida. Questa tecnica, resa abilmente anche nella creazione di atmosfere asettiche e musiche azzeccatissime (perfetto l’incipit sulle note di In every dream home a heartache), eleva la serie a qualcosa che non si può definire solamente crime. Ma che è molto, molto di più.
When they see us è la nuova miniserie Netflix in quattro parti che racconta il famoso caso del 1989 della jogger di Central Park, in cui cinque ragazzi neri vennero ingiustamente accusati di stupro e tentato omicidio.
Divertente, cinica, originale. Russian Doll usa un espediente noto per creare qualcosa di nuovo, per affrontare temi difficili e complessi con un’apparente superficialità.
After Life è un ritratto di vita vera che mi si è incollato addosso. Una storia che avevo bisogno di vedere, ascoltare, sentire. Mi ha fatto ridere, piangere, a volte entrambe le cose nello stesso momento.