Serie TV

Kidding

Ho finito Kidding perplessa e tra le lacrime. Durante questi dieci episodi mi sono sentita spesso spiazzata, a tratti infastidita e altre volte invece profondamente commossa. Kidding è una serie TV diretta da Michel Gondry (conosciuto soprattutto per Eternal sunshine of the spotless mind) che si divide tra dramma e ironia seguendo uno stile originale, molto tagliente e poco convenzionale. Il suo essere così brutale fa emergere il divario interiore che separa Jeff dal suo personaggio in un programma per bambini: Mr. Pickles. Prima di iniziare questa serie bisogna prepararsi a qualcosa di davvero diverso dal solito, qualcosa che rompe gli schemi, che dà fastidio e che, soprattutto all’inizio, può risultare solo molto superficiale e scorretto. Ma dovete andare avanti, dovete fidarvi di quella fragilità delirante interpretata magistralmente da Jim Carrey e tenere alta l’attenzione. Perché alcune scene sono così sincere che fanno paura. E arrivano nei momenti meno adatti, proprio in quelli più assurdi, magari subito dopo una battuta sconcia o un litigio inutile. Ti trafiggono e poi ti lasciano lì a fissare lo schermo, mentre qualcos’altro ha nuovamente spazzato via tutto. Parole perfette e sguardi pieni di emozione si alternano a situazioni patetiche e surreali, ed è proprio questa confusione, questo continuo cambio di registro, che mette in evidenza ancora di più la vita spezzata di un uomo qualunque, il suo dolore e il suo sommesso coraggio.  

Film

Mine vaganti

Mine vaganti è indubbiamente uno dei film italiani più belli degli ultimi anni, un film che tratta temi delicati con leggerezza senza mai essere superficiale.

Film

Boyhood

Questo film è così potente che mi ricordo ancora le sensazioni che ho provato quando sono apparsi i titoli di coda. Mi sembrava di aver vissuto quei dialoghi, quelle ferite aperte, quelle riflessioni. Boyhood mi ha tirato fuori emozioni che non sapevo neanche di avere.

Serie TV

Big Little Lies

Big Little Lies è composta solo da sette episodi ed è diretta da Jean-Marc Vallée, regista di Dallas Buyers Club e Wild. È una serie in cui i drammi familiari si intrecciano e si moltiplicano, tirando fuori i segreti più intimi di personaggi all’apparenza perfetti. Ogni dettaglio mostra sempre di più il contrasto tra apparenza e realtà, tra facciata e sostanza, tra detto e non detto. Il lato tecnico, dalla fotografia alla colonna sonora, fa da perfetta cornice a una storia in cui prevalgono sceneggiatura e interpretazioni (Alexander Skarsgård sorprendente). La macchina da presa sembra entrare nelle case senza permesso, concedendo allo spettatore un quadro completo che invece sfugge ai personaggi. Una tecnica che attenua i colpi di scena, ma che permette di provare uno sgomento maggiore nel momento in cui tutte le verità verranno rivelate nell’intenso e travolgente episodio finale. La seconda stagione (con l’aggiunta nel cast di Meryl Streep) andrà in onda il prossimo anno.

Serie TV

Peaky Blinders

Il fascino del lato tecnico di Peaky Blinders è indescrivibile. Varrebbe la pena guardarla solo per la fotografia e la colonna sonora (che spazia da Nick Cave agli Arctic Monkeys), ma il bello è che c’è anche molto di più. Dentro c’è l’amore, la fratellanza, la lealtà, la politica, la criminalità. L’intreccio, soprattutto nelle prime stagioni, si sviluppa lentamente dandoti il tempo di prendere confidenza coi personaggi, con il periodo storico e con le innumerevoli tematiche che affronterà. Ho trovato questa lentezza un valore aggiunto, mai un difetto, perchè permette di scavare più a fondo e di apprezzare maggiormente la tensione che affiorerà puntata dopo puntata in un crescendo di emozioni. Una nota di merito, fra le tante, va al cast: impeccabile. Dagli sconosciuti ai volti più noti, ognuno di loro contribuisce magnificamente alla bellezza della serie. E la presenza di Adrien Brody nella quarta stagione alza ancora di più un livello già ottimo. Vi consiglio infatti la visione in lingua originale per cogliere le differenze tra i vari accenti e godere di ogni sfaccettatura.