Miniserie

Unbelievable

La struttura di Unbelievable è molto solida e limpida, è articolata come un grande fatto di cronaca che raramente lascia spazio all’emotività dei personaggi. Non è coinvolgente, è inequivocabile. Questo modo quasi distaccato di rivelare storie così intime è in realtà una scelta efficace, perché permette di guardare oltre i casi particolari. Ciò di cui parla, ciò che denuncia, purtroppo è molto più grande di ciò che racconta.

Serie TV

Mindhunter 2

In Mindhunter c’è una calma apparente che stride con la brutalità della trama, una narrazione lenta in contrasto con la follia omicida. Questa tecnica, resa abilmente anche nella creazione di atmosfere asettiche e musiche azzeccatissime (perfetto l’incipit sulle note di In every dream home a heartache), eleva la serie a qualcosa che non si può definire solamente crime. Ma che è molto, molto di più.

Serie TV

Fleabag

Phoebe Waller-Bridge è la mente e il corpo di Fleabag e io non smetterò mai di ringraziarla. Con questa seconda e ultima stagione ha acceso quella scintilla di sensibilità solo accennata nella prima e non ha perso neanche per un attimo il brillante umorismo che la contraddistingue.

Miniserie

Chernobyl

Chernobyl non è solo il resoconto dettagliato di un disastro, è anche una denuncia dell’inesorabile voglia da parte del governo russo di insabbiare ogni cosa ancora oggi e di mettere le bugie davanti alla verità.

Miniserie

When they see us

When they see us è la nuova miniserie Netflix in quattro parti che racconta il famoso caso del 1989 della jogger di Central Park, in cui cinque ragazzi neri vennero ingiustamente accusati di stupro e tentato omicidio.