Sapevo che il film era stato girato in modo che sembrasse un unico piano sequenza e dal primo momento ho avuto davvero la sensazione di essere in trincea insieme a loro, con il fucile in braccio e il fiato corto. Dopo il primo quarto d’ora sentivo che anche solo sbattendo le palpebre mi sarei persa qualcosa.
His dark materials è cupa, poco accogliente, quasi glaciale come il mondo di cui parla. Entrando cautamente in questo universo ho iniziato a conoscere luci e ombre di personaggi sfuggevoli, trovando nella loro complessità la voglia di andare più a fondo e vedere fino a che punto potevano spingersi. La resa sullo schermo è convincente e tecnicamente riuscita, ma con la lettura l’esperienza è decisamente più ricca.
Scrittura fresca, canzoni iconiche e pugni allo stomaco inaspettati. In JoJo Rabbit la follia del nazismo è esplicita grazie alla presenza di personaggi caricaturali e gag esilaranti in una storia che però non si risolve nella semplice parodia, ma che cattura mettendo al centro i bambini e le loro emozioni. Un bel concentrato di incanto e sgomento.
Greta Gerwig, inconsapevolmente o forse no, ha creato un senso di solidarietà femminile di cui spesso ci si dimentica.
Rocketman è un biopic che fa dell’eccentricità la sua forza, sia nella scelta di atmosfere e costumi che nel contenuto. Anche se la ricostruzione della storia si muove tra fantasia e realtà, l’essenza di Elton John non si perde mai e anzi forse viene esaltata proprio grazie ai momenti più surreali.