La fidanzata

È arrivata su prime video la serie perfetta per il binge watching da weekend di inizio autunno. S’intitola La fidanzata ed è un thriller psicologico diretto ed interpretato da Robin Wright, nota per il suo ruolo di Jenny in Forrest gump e per quello di Claire Underwood nella serie House of Cards. Qui, per la prima volta dietro la macchina da presa, adatta l’omonimo romanzo di Michelle Frances costruendo sei puntate avvincenti.

Laura è una donna appagata nel lavoro, con la sua attività nel mondo dell’arte, e nell’amore, attraverso il legame solido con un marito ricco e devoto ed il figlio Daniel. Nella sua vita, tutto regge perfettamente finché quest’ultimo s’innamora di Cherry, una ragazza dal passato ambiguo e l’aria sbarazzina. Lui medico avviato, lei agente immobiliare precaria, lui serio, lei vivace, tra loro l’intesa è talmente forte da convincere Daniel a presentarla in famiglia. L’incontro tra suocera e nuora farà alzare le antenne della prima, convinta di avere di fronte un’arrampicatrice sociale priva di sentimenti reali verso il figlio. Fra le due si instaurerà un duello serrato, prima silenzioso, poi sboccato, che porterà a risvolti imprevedibili e sopra le righe.

Il duello tra Laura e Cherry viene portato in scena grazie al doppio punto di vista in ogni puntata, con il racconto visto dagli occhi di una per la prima metà e da quelli dell’altra per la seconda. In questo modo, la narrazione sembra arricchirsi, ma al tempo stesso si sfalda, visto che le due prospettive finiscono spesso per smentirsi a vicenda. Se Laura mostra Cherry come una fredda arrivista durante un pranzo di famiglia, allora Cherry mostrerà di essersi sentita continuamente sotto pressione durante lo stesso pranzo. Questo gioco, seppure a volte ridondante, favorisce una tensione che diverte e aggancia, in cui Daniel diventa un mero burattino per le trame della madre e della fidanzata.

Sulla scia della recente The perfect couple, La fidanzata gioca con ricchezze apparenti e misteri grotteschi, tra travagliati legami sentimentali e familiari, aggiungendo una punta di non-sense che rende la serie meno scontata e più godibile.