Revolutionary Road
April: Tu non vuoi andare, vero? Frank: Ma dai, April, certo che voglio. April: No, non vuoi… perché non ti sei mai provato in nulla e se non ti provi in nulla, non puoi fallire. Frank: Che diavolo vuol dire “non mi provo”? Io provvedo a te, non è così? Io pago per questa casa, io fatico dieci ore per un lavoro che detesto. April: Non sei tenuto a farlo! Frank: Ma che stronzate! Senti, non la chiamo felicità ma ho la spina dorsale per non sfuggire alle mie responsabilità. April: Ci vuole spina dorsale per vivere la vita che vuoi, Frank! Ci vuole spina dorsale anche per affrontare questo film. È un pugno allo stomaco; diretto, spietato, senza esitazioni. In Tutti giù per terra Mastandrea parlando di libri dice “Quelli che ti fanno stare male ti fanno stare male bene. Anzi, più fanno stare male e meno male sto”. Ecco, credo che per questo film valga lo stesso. Tratto dall’omonimo romanzo di Richard Yates del 1961 Revolutionary Road è diretto da Sam Mendes (American Beauty) e interpretato da Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, Stati Uniti, anni 50. April e Frank sono lo stereotipo della famiglia felice con due figli e una staccionata bianca. O meglio, questo è quello che vogliono far credere. In realtà la crisi coniugale fra i due è fin da subito evidente e quel delicato castello di apparenze sarà sempre più sul punto di crollare. Fra tradimenti e illusioni, Revolutionary Road restituisce lo spaccato di una realtà dolorosa e verosimile. È una storia tenuta in piedi da un’ottima sceneggiatura e da due attori che in questo film raggiungono livelli di drammaticità da brividi. Una nota di merito va all’intensa colonna sonora realizzata da Thomas Newman, stretto collaboratore di Mendes.