Cortomiraggi

In vista della terza stagione circa due mesi fa ho deciso di recuperare Westworld, la serie HBO di fama mondiale ideata da Jonathan Nolan – fratello del più famoso Christopher – e Lisa Joy.

Alla fine della prima stagione ero estremamente soddisfatta, tanto che avrei voluto vederla finire così. Guardando le ultime puntate della seconda invece qualcosa non mi tornava, le storie si intrecciavano continuamente e a un certo punto ho perso il filo. Alcune riflessioni le ho apprezzate, ma nel complesso non è stata secondo me all’altezza della prima.
Per farvi capire cosa intendo provo a farvi un esempio: Dark è incredibilmente complicata, è una serie che necessita di un livello di attenzione altissimo e, pur aggiungendo continuamente nuovi elementi, non risulta mai sconclusionata. Pian piano i fili si uniscono, alcuni cerchi si chiudono. La narrazione, insomma, è ben costruita. La seconda stagione di Westworld invece è ricca di spunti lasciati in sospeso. Purtroppo. Si è dato molto più spazio al semplice intrattenimento, alle grandi scene d’azione, trascurando il lato filosofico della serie – quello più interessante.

La filosofia infatti è proprio il punto di forza della prima stagione, in cui ambientazioni western e elementi fantascientifici sono un pretesto perfetto per parlare in modo più ampio di etica e senso della vita, di coscienza e realtà. Non ha senso secondo me illustrarvi le mie teorie sui vari intrecci, anche perché sarebbero davvero troppe. Voglio quindi rivolgermi soprattutto a chi non l’ha vista ed è titubante all’idea di iniziarla o meno: Guardatela, entrate in questo mondo surreale, elaborate pensieri complessi sulla realtà che vi circonda. Interrogatevi, dubitate. Stimolate la vostra curiosità su questi temi, trovate in alcune scene l’ispirazione per leggere Kant e Hegel. Alla fine, a prescindere dalla deriva presa nella seconda stagione, Westworld merita attenzione.

Il 16 marzo inizierà su Sky la terza stagione. Vi terrò aggiornati!