Cillian Murphy è il protagonista del nuovo film Netflix Steve, dramma diretto da Tim Mielants, con cui l’attore aveva già collaborato per Piccole cose come queste, e tratto dal romanzo Shy di Max Porter, rivisitato per l’adattamento dallo stesso autore. Quest’ultimo, lavorando alla sceneggiatura, ha spostato l’attenzione dal personaggio di Shy a quello di Steve.
Cornovaglia, 1996. Il preside Steve combatte per salvare il suo istituto di riforma per ragazzi in difficoltà, tra cui compare l’irrequieto Shy, mentre affronta la sua instabile salute mentale. Il lavoro quotidiano con gli studenti è sempre più difficile, la gran parte del tempo è spesa per tenere l’ordine ed evitare che si azzuffino. Il quadro si aggrava quando si scopre che la scuola verrà venduta, aumentando la pressione tra insegnanti e preside e, di conseguenza, tra i ragazzi.
Il racconto si svolge proprio nell’arco di questa giornata decisiva, che è anche quella scelta da una troupe per le riprese di un documentario sull’istituto. I momenti di tensione nella scuola vengono quindi intervallati da scene in stile confessionale riprese in tempo reale, in cui ai giovani viene chiesto qualcosa in più sulle loro vite, ricordi belli e brutti, domande ipotetiche sulla possibilità di cambiare il proprio passato, e al preside anche. Questa alternanza permette di conoscere meglio le parti coinvolte nella storia, azzerando i ruoli di gerarchia e mostrando quanto anche un preside appassionato possa essere fragile.
Sono molti i film che mettono in luce il rapporto tra insegnanti e studenti all’interno di realtà complesse, come l’edificante Freedom writers con Hilary Swank che infonde nuove speranze ai giovani attraverso la passione per la scrittura, ma Steve si avvicina più a Detachment con Adrien Brody per la stessa atmosfera cruda e realistica, non raggiungendo però l’incisività emotiva di quest’ultimo. Il film di Mielants, infatti, pur vantando grandi interpretazioni – oltre a Murphy c’è anche un’ottima Emily Watson nel ruolo di una psicologa – finisce per essere spesso ridondante, mancando quel punto di connessione tra Steve e Shy che dovrebbe fare da perno a tutto il racconto.