In controtempo

Controtempo di Calcutta e Licorice Pizza per me si parlano, si capiscono. Sono storie di sfasamento, di incompatibilità all’apparenza e di sintonia nella sostanza. Nel film di Paul Thomas Anderson, Alana Kane e Gary Valentine hanno dieci anni di differenza e si incontrano nella San Fernando Valley negli anni ‘70. Lei è adulta, dovrebbe, lui è adolescente, dovrebbe. Entrambi sembrano avere età diverse da quelle che hanno e finiscono per trovarsi adatti uno all’altra, tanto da rincorrersi, cercarsi freneticamente. Costruiranno una terra di mezzo capace di appagare questo loro essere fuori tempo, controtempo. Ma potrà durare? ma se poi invecchiamo?.

Questo essere fuori tempo, forse fuori luogo, esiste in altri due film estivi che amo molto. Uno è Unrelated di Joanna Hogg (con un giovanissimo Tom Hiddleston), in cui una donna parte per un viaggio improvvisato convinta di potersi lasciare i suoi drammi alle spalle. Si aspetterà, come ci si illude spesso di fare in vacanza, di integrarsi con gli altri facilmente, di liberarsi delle parti pesanti di sè. Invece accadrà dell’altro e il suo sentirsi scomoda, in un contesto che le appariva idilliaco, la farà entrare più a contatto coi suoi veri sentimenti. L’altro, ben più cupo e duro, è Oslo, 31. august, il secondo film della trilogia di Oslo di Joachim Trier, tra Reprise e La persona peggiore del mondo. Qui il controtempo non è una fase, è una condizione assoluta ed insostenibile. E da cui, chi l’ha visto lo sa, indietro non si torna.

Se siete in cerca di altri film estivi, su Letterboxd trovate la mia lista. (E prestissimo arriverà sul profilo ig un cineclub a tema!).