Se c’è un artista che sa portarmi altrove, quello è Andrea Laszlo De Simone. Il suo ultimo brano, La notte, è uscito con un video che anticipa il nuovo album e che si intitola Una lunghissima ombra. Si tratta di una composizione di riprese di città e paesaggi, accompagnate dai suoni naturali e da sottotitoli che potrebbero essere i testi delle future canzoni. È una sorta di finestra sul mondo, arricchita però da parole in sovraimpressione, capaci di provocare sbalzi inattesi, tuffi nel passato o nel futuro. Ricorda ciò che l’artista aveva fatto con Vivo, collegando quel pezzo ad un sito che trametteva in diretta filmati da tutto il mondo. Lì, però, forse la curiosità superava l’ascolto, mentre in Una lunghissima ombra a prevalere è l’immersione.
Il video di Andrea Laszlo De Simone si può accostare al concetto di inazione come parte intensa della vita, analizzato dal filosofo coreano Byung-chul Han nel suo Vita contemplativa, ma soprattutto al cinema sperimentale di Jonas Mekas, a cui senz’altro il cantante si è ispirato. Questo regista, noto per le sue rappresentazioni fedeli di realtà comuni, ha anche creato un’opera incentrata sull’insonnia: Sleepless night stories.
I giorni in cui ho ascoltato in loop La notte, erano più o meno gli stessi del Festival di Cannes – dove è stato presentato Resurrection di Bi Gan, un autore visionario che avevo scoperto tempo fa col corto A short story. Una di quelle sere, desiderosa di vedere qualcos’altro di suo, ho scovato su prime video Un lungo viaggio nella notte, pellicola del 2018 celebre per il piano sequenza finale in 3D di quasi un’ora. Nel racconto, l’atto conclusivo inizia nel momento in cui il protagonista, seduto in una sala cinematografica, inizia a guardare un film. Di quel film non si saprà nulla, della vita dell’uomo vista fino a quel momento nemmeno, ma si comincia a vagare nella sua immaginazione. Si assiste ad un sogno, una visione, che lui sperimenta mentre sprofonda nelle potrone del cinema. E ho avuto l’impressione che anche questa, per quanto guidata in modo più evidente rispetto a Una lunghissima ombra, possa favorire una forma preziosa di contemplazione.