La scelta di Anne (L’Événement), fedele adattamento del romanzo autobiografico di Annie Ernaux, è il film che quest’anno ha vinto il Leone d’Oro a Venezia.
1963, Francia. Una giovane donna che vuole abortire. Difficoltà, silenzi, coraggio e desiderio. Quella di Audrey Diwan è un’opera tratteggiata in maniera decisamente asciutta, cruda. Non c’è spazio per sentimentalismi, solo per immagini veritiere e a volte disturbanti. Mi ha ricordato Never rarely sometimes always, una delle cose più belle che ho visto lo scorso anno.
La vetta degli dei
Gioiello d’animazione francese basato sulla serie manga di Jiro Taniguchi. Evocativo, avvincente, un’esperienza immersiva soprattutto per quanto riguarda il lato sonoro.
Il visionario mondo di Louis Wain
Biopic tenero e stravagante, ma anche molto commovente. Il mio breve commento qui.
Friends and strangers
Giovani non più tanto giovani in crisi. Facile ritrovarsi in alcuni dialoghi, ancora più facile immaginare di essere parte della storia.
The green knight
Visionario e imprevedibile. I piani di lettura sono tanti, credo ci voglia una seconda visione.
Un anno con Salinger
Commedia sofisticata con una Margaret Qualley sempre più in ascesa. Ci sono dei legami evidenti con Il diavolo veste Prada, ma solo all’apparenza.
The french dispatch
Wes Anderson all’ennesima potenza, forse troppo stavolta.
Di Tick, tick… BOOM e È stata la mano di Dio, i miei film preferiti di novembre, parlerò molto presto.
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