Happiest season sarà uno di quei film che rivedrò ogni Natale. Dolce, onesto, ben scritto, pieno di emozioni senza tempo. È come un caldo abbraccio, un tepore da assorbire e tenere con sé. E di questi tempi ci vuole proprio.
Le dinamiche sono note, molto, ma vengono portate in scena scandendo il ritmo con disinvoltura e dando vita a personaggi credibili, di cui potremmo essere amici o familiari. Le loro storie commuovono perchè sono le nostre, perchè anche se ognuno ha la sua (come dice bene l’amico di Abby in una delle scene migliori) il desiderio di essere amati per ciò che si è dalla propria famiglia è universale. Nella storia del cinema o dell’arte in generale non è niente di nuovo, anzi proprio di recente sullo stesso tema è uscito Uncle Frank, ma forse ripetere le stesse cose può essere un modo per renderle parte del quotidiano, parte di una realtà migliore.
Credo in questo senso che sia importante vedere un film di Natale (mainstream, non super indie) in cui le protagoniste sono due donne che si amano. Happiest season rappresenta per il suo genere quello che Love, Simon ha rappresentato anni fa per i film adolescenziali. È un passo avanti notevole. E sì, è una commedia natalizia scontata che chi è già sensibile alle tematiche farà fatica a trovare originale, ma provate a guardarla in quest’ottica e vedrete che potrebbe anche scapparvi una lacrimuccia.
Trovate la lista dei miei film di Natale preferiti qui.
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