Nella seconda stagione di Kidding ho ritrovato subito quel bel mix tra spiazzante umorismo e improvvisa emotività, tra risate e lacrime. Nel corso della visione però lo scherzo, il lato eccentrico del racconto, si esaurisce e cede con naturalezza il passo a una sempre più profonda ricerca di senso. Anche quando non c’è, anche quando si tratta solo di accettare le cose per quello che sono. E lo fa con un’originalità, una grazia, del tutto inaspettata.
Se vi è piaciuta la prima stagione andate avanti, non rimarrete delusi.