The Crown affonda le sue radici in una storia nota, ma non è affatto un documentario, è arte che nasce dalla verità e si trasforma in qualcosa di più stabile e delineato. Qualcosa di ordinato. Vederla è come assistere a una lunghissima opera teatrale in cui gli intrecci continuano ad aprirsi e chiudersi rimanendo connessi, in cui ci si affeziona prima a qualcuno poi a qualcun altro mentre sullo sfondo il tempo scorre in fretta.
Parlare in poche righe di tutta la serie è impossibile (già solo per l’ultima stagione, straordinaria, ci vorrebbero pagine e pagine), ma non potevo certo evitare di lasciare una “traccia” per spingervi a guardarla. Se siete indecisi potete anche concentrarvi solo sulla quarta, il lavoro che hanno fatto dietro le quinte e davanti è veramente degno di nota, l’intreccio è appassionante oltre che più conosciuto e alcuni episodi sembrano dei piccoli film. Il quarto in particolare è uno dei miei preferiti, descrive al millimetro il rapporto tra madri e figli portando alla luce un lato più intimo e complesso della storia, un lato più vicino a tutti noi.
Per me The Crown è una finestra meravigliosa su un tempo lontano, una finestra da aprire quando si vuole cambiare prospettiva. E negli ultimi mesi la sua struttura così solida, così chiara, mi ha aiutato più volte a trovare una sorta di pace momentanea, di calma apparente. Mi mancherà.
Tags: biografico dramma famiglia potere storia