Questo film è uno dei più belli tra quelli sceneggiati da Charlie Kaufman. É un dramma esistenziale che gioca con le figure retoriche e indaga la vita, è una storia carica di riflessioni lucide che si stagliano all’improvviso in una complicata struttura temporale.
L’interiorità caotica del protagonista si rivela sullo schermo in modo confuso, a volte si duplica, rendendone molto difficile la sua comprensione. Caden è un uomo che per scoprire se stesso decide di creare un’opera teatrale per mettere in scena la sua vita, scegliendo così un attore che lo impersonerà diventando il suo riflesso. C’è un interessante gioco di sguardi tra il vedersi da dentro e da fuori. E Philip Seymour Hoffman è un interprete magnifico di tutta questa complessità, di questa indagine infinita sull’esistenza.
Synecdoche, New York è un film che non finisce coi titoli di coda.
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