Cortomiraggi

Ho avuto l’occasione di vedere in anteprima Copia originale, un biopic ironico e brillante candidato a tre premi Oscar.

Negli anni Settanta e Ottanta Lee Israel ha scritto biografie di successo raccontando le vite di alcune donne famose tra cui Katherine Hepburn e Estée Lauder. Alcuni anni dopo però si ritrova al verde, senza prospettive di pubblicazioni future e con un editore che non crede più in lei perché sa bene che il mercato editoriale è cambiato e le sue idee sarebbero difficile da realizzare.
Lee ha allora un’intuizione diabolica e geniale: falsificare il passato, renderlo più accattivante e venderlo al migliore offerente. Inizia così, con l’aiuto di un improbabile nuovo amico, a scrivere di suo pugno lettere di personaggi famosi creando a volte dei veri e propri scambi epistolari del tutto – o quasi – fasulli. La sua nuova attività decolla velocemente, ma gli ostacoli non tarderanno ad arrivare.

Lee appare fin da subito come una donna trasandata e solitaria che ha fatto del cinismo la sua difesa. Burbera e scontrosa, fatica a creare dei legami con gli altri e solo quando incontra l’eccentrico Jack inizia a sciogliersi un po’. Il loro rapporto di amicizia è uno dei punti focali della storia, forse il migliore. Due personalità opposte, una calma e introversa, l’altra esuberante e impulsiva, due solitudini parallele che in qualche modo si aiutano a vicenda. Melissa McCarthy e Richard E. Grant sono perfetti insieme, la loro chimica è palpabile e passano dallo scherzo alla commozione in un modo così naturale che fa venire i brividi.

Copia originale intrattiene come un giallo ben architettato e commuove presentando drammi interiori più o meno velati. Scritto e interpretato magnificamente, mette in risalto il peso delle parole sia nell’inganno che nella verità, e lo fa con un’ironia tagliente che raramente si vede sullo schermo.

Dal 21 febbraio al cinema.