Serie TV

The Midnight Gospel

La nuova serie animata di Netflix si avvale della creatività di Pendleton Warddi (Adventure Time) e di una sceneggiatura basata sulle puntate del podcast Duncan Trussell Family Hour. Il risultato è un caotico e attraente insieme di psichedelici spunti di riflessione.

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Feel Good

Mae Martin, autrice e protagonista di Feel Good, ci regala con questa breve serie in sei parti un racconto viscerale e schietto basato sulle sue esperienze personali. Il suo coraggio nel mostrarsi vulnerabile è ammirevole e, per quanto il suo sia un progetto artistico ancora acerbo, ha dimostrato di avere tanto da dire.

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Westworld

Voglio rivolgermi soprattutto a chi non l’ha vista ed è titubante all’idea di iniziarla o meno: Guardatela, entrate in questo mondo surreale, elaborate pensieri complessi sulla realtà che vi circonda. Interrogatevi, dubitate. Stimolate la vostra curiosità su questi temi, trovate in alcune scene l’ispirazione per leggere Kant e Hegel. Alla fine, a prescindere dalla deriva presa nella seconda stagione, Westworld merita attenzione.

Serie TV

I am not okay with this

Adolescenti emarginati, nostalgia anni 80, riferimenti ai romanzi di Stephen King e ai film di John Hughes, belle canzoni, superpoteri. I am not okay with this è ovviamente nelle mie corde, ma devo ammettere che per la gran parte della visione ho pensato fosse un mix di cose già viste. Nel finale, per fortuna, qualcosa interrompe la narrazione stereotipata – seppur godibile – vista fino a quel momento dandomi l’impressione che questa stagione fosse solo un’introduzione, un trailer molto lungo stroncato sul più bello. La seconda stagione sarà meglio della prima, me lo sento.

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BoJack Horseman

Se dovessi riassumere in poche parole ciò che mi ha lasciato BoJack Horseman direi così: tutti proviamo un profondo senso di angoscia esistenziale e tutto sta nell’imparare a conviverci. Insieme.