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Halldora Thoroddsen, Doppio vetro

Leggere Doppio vetro è come entrare in una coltre di nebbia velata, in cui gli spazi sono poco definiti e si fa fatica a seguire un percorso. I confini tra l’immaginazione della protagonista e la sua realtà sono sbiaditi, spesso privi di scossoni. Avete presente la grande differenza tra un dipinto a tempera e un acquerello? Ecco, Doppio vetro è un acquerello.

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Erlend Loe, Naif.Super

Naif.Super è un romanzo leggero, ironico, confortante. Spesso mi è sembrato di vedere nero su bianco pensieri che ho fatto o conversazioni che ho avuto coi miei coetanei. Le sensazioni di cui parla il protagonista sono tutte riconducibili a quella che è stata definita “quarter-life crisis”.

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Yasushi Inoue, Il fucile da caccia

Questo meraviglioso romanzo giapponese, di appena 101 pagine, mi ha stregato. La sua costruzione, così perfetta e calcolata al millimetro, è l’esatto opposto del suo contenuto: l’imperscrutabile animo umano.

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Alex Piovan, Il pianista

Appoggia il bicchiere vuoto sul bancone. I cubetti di ghiaccio tintinnano. In sottofondo, musica di pianoforte. Lei si è alzata ed è uscita dal locale. Sei troppo egoista, ha detto. Non sei in grado di fare qualcosa per gli altri, per i tuoi figli, per me. Poi se n’è andata. Non ha voglia di piangere. Le dita tamburellano sul bicchiere, il ginocchio si alza e si abbassa, rapide contrazioni del polpaccio. Non è questione di giusto o sbagliato, è questione di miopia. Lei vede fino alla punta del proprio naso, lui molto più in là. E più in là ci sono i vantaggi che ciò che ha fatto garantirà a tutti loro, lei compresa. È lì che si trova la sua generosità. E tutti i sacrifici, la casa, i vestiti? aveva ribattuto. Le lezioni di chitarra e il corso di danza? Tutto questo non lo faccio per voi? No, in realtà lo fai per te stesso, mai solo per gli altri, aveva tagliato corto lei. Silenzio. Il chiacchiericcio prende il sopravvento sugli altri rumori, poi il pianista attacca con un’altra canzone. Il ghiaccio nel bicchiere si è sciolto. Butta giù in un sorso quel fondo tiepido, il retrogusto di Martini si sente appena. Il fatto è: tutti fanno le cose solo per se stessi. Poi, a volte, fanno del bene anche agli altri. Ma è un caso. Si alza e, prima di uscire, va verso il pianista. Ha talento, e sente l’esigenza di dirglielo. Lo raggiunge, aspetta che finisca il brano che sta suonando, e gli dice, bravo, sei proprio bravo. Silenzio. Il ragazzo non si gira. Ehi, ho detto a te, sei davvero bravo. Silenzio. Stupito, alza lo sguardo e incontra quello del barman. Muove appena il mento, aggrotta la fronte, e l’altro si batte due volte l’indice sull’orecchio.