Once upon a time in… Hollywood
In questo film ho sentito tutto l’amore di Tarantino per il cinema e, soprattutto, ho sentito forte e chiaro il mio.
In questo film ho sentito tutto l’amore di Tarantino per il cinema e, soprattutto, ho sentito forte e chiaro il mio.
Burning evoca turbamenti inesprimibili a parole, creando di continuo significati che sfuggono ma che si percepiscono più forti che mai. Mi ha destabilizzato non sapere esattamente cosa stessi provando, come se non ne avessi il minimo controllo. Era tutto più grande di me, così confuso eppure così palpabile. Immenso, un film immenso.
Il debutto alla regia di Noah Baumbach racchiude alla perfezione quella sensazione di nostalgico smarrimento che pervade chi ha appena concluso una fase della sua vita. Anche se i tempi, i vestiti, le musiche sono diverse, quei ragazzi laureati nel ’95 potrebbero benissimo essere quelli di oggi.
Anni 70, musica stupenda e adolescenti qualsiasi. Si intravede già la voglia di Linklater di raccontare più fasi della crescita, in cui le età si mescolano e i punti di vista si moltiplicano. E poi Matthew McConaughey che fa il suo ingresso in scena sulle note di Hurricane di Bob Dylan è spettacolare. Un cult imperdibile.
20th Century Women è un film sincero, profondo, di un’emotività strabordante. Ho amato il modo in cui vengono presentati i personaggi, tra riferimenti storici e confidenze, tra precise descrizioni di un narratore esterno e intimi dialoghi senza filtri. È perfetto.