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Nomadland – e recap di aprile

Elisa

Miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista. Nomadland di Chloé Zhao è un viaggio bellissimo.

Per entrare in questo film, per godere appieno delle sue lievi e incisive sfumature, bisogna fare solo una cosa: abbandonarsi. Lasciare fuori tutti i bagagli, le preoccupazioni, le fatiche, e salire sul van insieme a Fern. Non c’è altro da fare. In Nomadland non c’è una meta, un posto da raggiungere, c’è solo una strada. E ci sono una valanga di tipi umani, che per scelta o meno, la attraversano. Da loro ci sarà da imparare, da ascoltare. Il viso di Frances McDormand, le lande sconfinate, i momenti vuoti accarezzati dal vento faranno il resto. Si viaggia, e basta, sulle note di Einaudi.

Oltre a Nomadland, tra i film che ho visto in aprile vi consiglio:

Honey boy
Un racconto, ispirato alla vita di Shia LaBeouf, di pura introspezione che procede per continui salti temporali tra l’infanzia e l’adolescenza di Otis e che indaga il rapporto padre-figlio. C’è molta sofferenza, disillusione, ricerca delle proprie radici. E c’è un bellissimo incastro di immagini, soprattutto nel finale. La regia è di Alma Har’el e questo è il suo meraviglioso debutto al cinema.

E poi anche Love and monsters, The specials e il documentario Crip Camp. Tra i cortometraggi date un’occhiata a Colette e Save Ralph.

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