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Serie TV

Euphoria

Elisa

Tra atmosfere tossiche e accattivanti Euphoria si presenta come un teen drama completamente diverso da quelli visti finora, se non altro per l’ottima qualità dal punto di vista tecnico. La nuova serie HBO infatti, in modo esplicito e disturbante, racconta l’adolescenza puntando più sul lato visivo e uditivo che sulla sceneggiatura. Fotografia e musica sono in perfetta armonia, avvolgono ogni inquadratura al meglio rispecchiando l’animo della protagonista.

Rue sta cercando di disintossicarsi, ma sembra non trovare il modo e la volontà di uscire dal tunnel. I suoi coetanei sono coinvolti in altre situazioni di estremo disagio che, se da una parte possono essere viste come le solite problematiche adolescenziali, dall’altra mostrano uno spaccato agghiacciante della giovane società di oggi.

I temi che affronta Euphoria vengono messi in scena con crudo realismo e passano attraverso la voce quasi anestetizzante di Rue. La sua apatia pervade lo schermo e sembra mangiarsi tutto il resto. Anche le emozioni degli altri, quelle più forti e tragiche, sono avvolte da una patina di depressione. Come se fossero tutti un po’ inerti di fronte a certe cose, come se non ci fosse una via d’uscita. Questo ha provocato in me un distacco emotivo dalle singole storie, ma allo stesso tempo mi ha decisamente destabilizzato nella sua interezza.

Credo sia importante mostrare queste realtà soprattutto a un pubblico adulto, perché anche chi non ha familiarità con certi argomenti ha la possibilità di capire perfettamente cosa significhi ad esempio avere una vita divisa tra online e offline. Non so se il fatto che io non sia riuscita ad avvicinarmi alle vite dei personaggi dipenda dal mio non essere più adolescente, dal mio vissuto o da una vera intenzione della produzione nel non creare una forte empatia. Però una cosa è certa, Euphoria merita di essere vista.

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