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Serie TV

Wanderlust

Elisa

Sono sempre stata affascinata dalle relazioni, dal modo che hanno di essere tutte una diversa dall’altra. In ogni coppia c’è qualcosa di unico e irriproducibile. Ci sono degli schemi che si ripetono, ma mai nello stesso identico modo. Questa serie tv, fatta di soli sei episodi, prende un’idea del tutto bizzarra e discutibile e ne fa qualcosa di più. Parte con leggerezza, sembra quasi superficiale, finchè puntata dopo puntata il lato drammatico e complesso dietro a un’apparente equilibrio inizia a insinuarsi in ogni scena, in ogni dialogo. E, alla fine, i dubbi e le domande invadono lo schermo.

Qual è il limite? Dov’è che l’attrazione diventa sentimento? E si può davvero scindere le due cose?
Joy e Alan, sposati da vent’anni e con tre figli ormai grandi, decidono di ravvivare la loro vita coniugale provando ad avere rapporti con altre persone. In un vortice di sincerità e omissioni, la loro idea però gli sfuggirà di mano.

Quasi all’improvviso quella che è una piccola fessura nel loro piano perfetto diventerà una voragine. Durante la quinta puntata ci si ritrova come in una bolla, immersi in qualcosa di così intenso che è difficile interrompere. Qualcosa che ha un peso completamente diverso da quello che si è visto fino a quel momento. È violento, profondo, sincero. Diventa un dramma intimistico, una profonda riflessione su se stessi e sulla paura di soffrire. Mi ha davvero spiazzato. E l’episodio conclusivo, il successivo, è un altro groviglio di emozioni.
Wanderlust mi è piaciuta tantissimo, l’ho sentita addosso. E quando l’ho iniziata non avrei mai pensato che potesse colpirmi tanto. Quindi beh, che altro dire, guardatela.

 

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